Lunedì 22 agosto del 2016 avevamo programmato un’escursione in montagna. La mia compagna si era presa un giorno di ferie proprio per non trovare troppo trambusto sui sentieri visto che d’estate le montagne del centro Italia sono prese d’assalto dagli appassionati.
La decisione fino alla sera prima era quella di andare sui Monti della Laga per poi andare a pranzo ad Amatrice. Avevamo individuato una passeggiata non troppo difficoltosa che ci avrebbe permesso di andare in un ristorante e mangiare un bel piatto di amatriciana o di gricia. Però nei giorni precedenti le previsioni meteo avevano iniziato a indicare possibile pioggia in quella zona, così all’ultimo decidemmo di cambiare meta per non correre rischi e ci dirigemmo sulla vetta del Monte Viglio, nel Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, portandoci dei più modesti panini per pranzo. Avevamo visto il Monte Viglio da lontano tante volte, ma non eravamo mai saliti fino alla vetta e quello sembrava essere il giorno giusto per farlo.
Intorno all’ora di pranzo eravamo in cima e avevamo sufficiente visibilità per vedere le montagne vicine e lontane. Quelle nuvole che si vedono in lontananza in questa foto sono quelle che non avevano mai abbandonato le zone dei Monti della Laga.
Arrivati in cima capimmo di aver fatto proprio bene a orientarci su un’altra escursione. Il tempo era stato fantastico, la passeggiata strepitosa, la visibilità era straordinaria e le nuvole erano tutte attorno a noi, ma mai completamente sopra a noi al punto da farci temere la pioggia. E poi la settimana successiva avremmo potuto recuperare l’escursione che avevamo previsto di fare. Però non andò così, la notte del 24 agosto del 2016 sentimmo una forte scossa di terremoto. Dopo poco tempo un’altra. La nostra casa a Roma venne scossa in modo tale da sembrare di essere solo in un brutto incubo e feci fatica a riprendere il sonno in seguito, immaginavo che fosse successo qualcosa di molto grave. Un terremoto così forte e lungo doveva per forza arrivare da qualche parte e la mente tornò ai terremoti del 1997 e a quello dell’Aquila del 2009, che però io non sentii perché in quel periodo abitavo a Milano. La mattina al TG scoprimmo che alle 3:36 un sisma aveva letteralmente distrutto quelle zone nelle quali saremmo dovuti andare. In pochi istanti una serie di paesi, tra i quali Amatrice e Arquata non c’erano più e con loro circa 300 persone che in quella notte hanno perso la vita. Ora, a 6 anni di distanza, mi sento finalmente di condividere con voi questo racconto e una delle fotografie scattate quel giorno, che avevo tenuto nell’archivio fino ad oggi.