Nel giorno della memoria vi mostro l'interno di un luogo poco conosciuto dalla maggior parte degli italiani, ma importantissimo per la storia della nostra nazione e per questo dichiarato monumento nazionale dal presidente Saragat nel 1965: la Risiera di San Sabba a Trieste.
Come suggerisce il nome, questo luogo nasce come stabilimento industriale per la lavorazione del riso alla fine dell'800, ma poi, negli anni, venne trasformato più volte a scopo militare. Prima venne utilizzato come caserma del Regio Esercito Italiano e, in seguito all'occupazione del territorio da parte dell'esercito tedesco, fu utilizzato come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre 1943 (Stalag 339). In seguito i nazisti lo trasformarono in Polizeihaftlager, cioè un campo di detenzione e di polizia, una delle realtà tipiche dell’universo criminale nazista. Servì in particolare ad eliminare gli appartenenti alla Resistenza operanti nel Litorale Adriatico, ma altrettanto importante fu la sua funzione di campo di transito per gli ebrei della regione destinati ai campi di sterminio.
È l'unico campo di concentramento italiano ad aver avuto al suo interno anche un forno crematorio, inaugurato nel 1944, e quindi a essere stato anche un luogo di sterminio di non meno di 2000 persone, ma una cifra più credibile parla di almeno 3000 persone uccise qui, mentre sembrano esagerate le 5000 ipotizzate da qualcuno. La maggior parte delle vittime erano ostaggi, partigiani e detenuti politici italiani, sloveni e croati, ma si sa per certo che almeno 28 ebrei furono uccisi qui perché ritenuti in condizioni di salute troppo precarie per poter affrontare il viaggio in treno verso altri campi.
L’edificio del forno crematorio e la sua ciminiera vennero fatti saltare in aria dai nazisti in fuga nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945 con la dinamite, fu un tentativo per eliminare le prove dei crimini da loro commessi. Tra le macerie sono state rinvenute ossa e ceneri umane raccolte in tre sacchi di carta del tipo normalmente utilizzato per il cemento.
Dopo aver visitato il ben curato museo realizzato all'interno della Risiera potete immaginare con quale umore abbia scattato delle fotografie di questo luogo e per quale motivo abbia aspettato anni prima di condividerle e perché abbia deciso di farlo proprio oggi.